Un rapporto impietoso per le stime emerse, ma veritiero ed attuale nella cruda sostanza del problema. E’ stato reso noto il nuovo rapporto sulla fame nel mondo “Lo stato di sicurezza alimentare e nutrizione nel mondo”, presentato dalle agenzie delle Nazioni Unite, Fao, Ifad, Pam, Unicef e Oms.

Tra i tanti dati emersi, spicca quello dell’ aumento della fame nel mondo, appunto, aumentato – rispetto al 2017 – a circa 821 milioni di persone, ovvero una persone ogni nove è denutrita e affamata.

Cifre impressionanti che ci riportano indietro di circa un decennio e che ci presentano uno scenario preoccupante; ad essere maggiormente colpite ed interessate al problema, sono le sub regioni africane e quello latino americane, mentre le regioni asiatiche rimangono pressoché stabili.

Tanti i passi avanti compiuti negli ultimi anni ma insufficienti a colmare il gap: si stima che circa 151 milioni di bambini sotto i cinque anni, ovvero il 22% nel mondo, sono affetti da arresto della crescita per denutrizione. Tra le cause principali, i conflitti che insanguinano quei territori: stato contro stato, etnia contro etnia ed la forte e sempre più crescente crisi economica che soffoca e stritola le già fragili risorse del territorio.

Secondo l’Avvenire (fonte) che si è interessato al rapporto, “è il cambiamento climatico, in particolare, a minare la produzione di cibo in alcune regioni dove, senza interventi specifici e in vista di un costante innalzamento della temperatura, si prevede un rapido peggioramento”

La speranza è ce entro il 2013, si intraprendano percorsi urgenti e si mettano in campo tutte quelle azioni utili al fine di sradicare il fenomeno per raggiunge l’obiettivo di sviluppo sostenibile della fame zero. Più politiche a salvaguardia del sistema e dell’ ambiente sarebbero d’aiuto e risolutive in molti casi.

fonte: L’ Avvenire – foto: Rinnovabili.it)

 

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